venerdì 26 luglio 2019

L'incubo prima di Nightmare (Recensione "The Slayer")

9 novembre 1984, nelle sale americane esce uno dei film horror più importanti della storia che segnerà la fine di uno dei più importanti periodi per il cinema si genere, la Golden Age dello Slasher. Con questo film, nell'immaginario collettivo, s'imprime indelebilmente la figura di Freddy Krueger, un assassino che opera nei sogni. Ma prima di allora l'argomento di incubi che hanno ripercussioni nella realtà era già stato trattato ed è ciò di cui parleremo oggi: L'incubo prima di Nightmare.

Siamo nel 1981, in un negozio di liquori a Los Angeles l'aspirante regista e scrittore J.S. Cardone viene illuminato da un'idea per un film horror. Un'idea certamente inusuale, ma originale, che viene proposta al produttore William R. Ewing che rimane entusiasta da essa.

Poco tempo dopo Cardone si ritrova tra le mani un budget di $750,000 da parte della Internation Picture Company di Atlanta, un budget che, per quanto possa sicuramente risultare irrisorio adesso, era sicuramente maggiore a quello di molte altre pellicole del suo genere dell'epoca. Il film, infatti, è uno Slasher ed il suo titolo é "The Slayer".
Tybee Island, a est di Savannah, Georgia, è il luogo che accoglie le riprese del film nelle settimane succesive. Ambientazione perfetta per la storia che Cadone ha intenzione di raccontare.

Essa ruota attorno Kay (Sarah Kendall) e suo marito David (Alan McRae) in visita in un'isola isolata assieme al fratello della donna ed a sua moglie per passare del tempo spensierato assieme a del buon vino. Il luogo in cui sono ricorda però a Kay qualcosa, i misteriosi sogni di quando era piccola, sogni che l'avevano turbata ed accompagnata per tutta la vita.
Tutto ciò che i personaggi dicono non è a caso e ogni cosa funge da premonizione (o "foreshadowing") di eventi successivi della pellicola. Il concetto viene portato ai suoi estremi quando Kay inizia a sognare gli omicidi mentre accadono, come se potesse vederli, pur non potendo farci nulla.

Se il finale di "Sleepaway Camp" (altra pellicola che esamineremo prossimamente) è rimasto nella storia per via del suo impatto shockante, quello di "The Slayer" per il suo essere criptico. A metà tra slasher e arthouse, la pellicola ha ricevuto le più disparate interpretazioni sul finale, in particolare ve ne sono tre che sembrano essere più plausibili.
Oltre la storia e l'ambientazione misteriosa, uno dei punti forte del film sta negli effetti speciali più che superbi che vennero lodati molto dalla critica del tempo. I critici (David Kerekes e David Slater in particolar modo) tennero anche ad evidenziare la forte ispirazione dall'Espressionismo Tedesco che pervade tutto il primo atto del film considerato superiore, da un punto di vista tecnico, al secondo.

John Wiley Martin, storico cinematografico, lo definisse un ottimo esercizio di stile che mostra l'auto alienamento di una giovane donna, tema centrale della pellicola è infatti Kay e come la sua psiche deteriori nel corso del film a causa degli eventi a cui assiste impotente.
Insomma, uno slasher sicuramente più sofisticato dei suoi predecessori, ed anche dei suoi successori, che pose le basi per ciò che sarà "Nightmare" di Wes Craven. Non è un segreto che quest'ultimo usasse molto ispirarsi a film slasher indipendenti e di nicchia per le sue creazioni, mettendoci poi la sua impronta distinguibile ed il suo approccio unico,  ampliando, nel caso di "Nightmare", il tema del sogno verso nuovi, terrificanti, livelli.

Almeno prima dei sequel...
Freddy Krueger (Robert Englund) in "A Nightmare on Elm Street 4: The Dream Master"

Articolo di Robb P. Lestinci

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